E’ stata presentata poco tempo fa dal magnate delle televisioni, Rupert Murdoch in anteprima mondiale, la tavoletta delle meraviglie, ovvero l’Ipad.
Uno dei nuovi utensili culturali di cui nessuno potrà fare a meno nei prossimi anni. Nei giorni seguenti l’ultimo Natale ci hanno informato che la “tavoletta magica” è stato uno dei regali natalizi più acquistati negli USA e poiché, tra i numerosi servizi che essa offre all’utente vi è quello di poter contenere nella sua memoria centinaia di libri, da poter “sfogliare”e leggere. I genitori, preoccupati che non divenisse solo un nuovo costoso videogioco in mano ai loro figli hanno provveduto a dotare questi costosi e innovativi regali di titoli di narrativa per bambini e giovani adulti, facendo impennare le vendite di Amazon relative ai libri on line, collocando così il genere tra i più venduti.
Tutti i commentatori culturali si sono precipitati a dire che la “tavoletta magica” aumenterà il numero dei futuri lettori, che tendeva pericolosamente alla diminuzione, perché i bambini, finalmente, avrebbero capito, attraverso questo nuovo strumento, che la lettura può essere anche un piacere.
Naturalmente mi auguro che tutto ciò avvenga. Per la prima volta una novità tecnologica aiuta a leggere e non il contrario come purtroppo è sempre accaduto vedi: televisione, videogiochi, computer. Della entusiastica presentazione di Murdoch, però, alcune parole mi sono rimaste impresse nella mente e non riesco a cancellarle. Nel descrivere le enormi possibilità del mezzo, che tra le tante cose è in grado di consentire la lettura dei quotidiani ad un prezzo notevolmente inferiore del cartaceo, Murdoch dichiarava che la lettura di questi giornali on line sarà addirittura più interessante e piacevole perché ci saranno moltissime illustrazioni e verrà dato ampio spazio al gossip.
Ecco che allora l’entusiasmo nascente per l’acquisizione di nuovi lettori viene subito mortificato e mi assale il dubbio che forse un altro attacco alla vera conoscenza e al vero sapere è stato sferrato.
Anziché una generazione di persone più attente alla cultura ed al sapere, forse stiamo preparando una generazione di “informatissimi idioti” per utilizzare una espressione del Prof. Ferrarotti nella sua ultima opera La strage degli innocenti, (Armando), quando descrive il rapporto tra internet e i giovani.
Enrico Iacometti
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