di Enrico iacometti
Sul variegato mondo del web sempre più compaiono critiche anche feroci verso gli editori. Chi li descrive come ingorde sanguisughe che succhiano il sangue degli autori, chi ne decreta ormai l’inutilità poiché l’autore, mettendo on line il frutto delle proprie fatiche, è visibile in tutto il mondo senza bisogno di costi ed inutili apparati editoriali, chi giudica gli editori afflitti da un complesso di superiorità nei riguardi dei poveri autori, complesso che impedisce loro di cogliere la genialità dei loro scritti.
Certamente il mondo sta cambiando velocemente ed anche il futuro lavoro dell’editore sarà fortemente influenzato dal web. I contenuti viaggeranno non solo su carta, l’era Gutenberg non è certamente finita, ma alla diffusione delle idee a mezzo stampa si affiancheranno altri media. Tutto ciò senza togliere la funzione all’editore. Dicono che un giorno chiesero a Valentino Bompiani in cosa consisteva il lavoro dell’editore e lui rispose che l’editore non scriveva i libri, non li stampava, non li vendeva, ma rendeva possibile tutte queste cose.
Tra gli editori e gli autori e/o gli aspiranti autori i rapporti sono sempre conflittuali. La storia della letteratura mondiale ci offre gustosi aneddoti di queste diatribe che, a volte, sfociavano in sfoghi verbali anche violenti, ognuna delle parti in causa rivendica per sé ogni merito e successo, riservando all’altra parte l’origine di tutti i mali.
Mi auguro che questa secolare battaglia duri ancora molto senza vincitori né vinti come sempre è stato. Triste sarebbe un’editoria senza editori, così come una produzione culturale senza autori. Cari amici gli e-book, i-pod ed altre moderne diavolerie costringeranno, probabilmente, gli autori a modificare i propri stili di scrittura e gli editori il loro tipo di intervento sulla nuova produzione culturale, ma entrambi editori e autori continueranno ad andare a braccetto, litigando fino allo sfinimento.
Fonte articolo: Terza Pagina
fonte foto http://elfobruno.ilcannocchiale.it/
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